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WORLD CHECK

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In questo articolo ti spiegherò come liberarsi definitivamente dalle catene che legano il tuo nome o quella della tua azienda al database più famoso al mondo  World Check.

Per prima cosa bisogna capire come funziona l’ingranaggio del World Check?

Devi sapere che esiste una struttura interna al DATABASE fatta di nominativi collegati tra essi attraverso dei nodi, In pratica se il tuo nome risulta collegato direttamente o indirettamente ad una persona coinvolta in attività di riciclaggio, associazioni a delinquere, giri di denaro sporco, traffico internazionale e così via allora il gioco si fa duro.

Lo schema del funzionamento è semplice:

La Banca delega assume il  World Check per un controllo sul tuo nominativo esempio ( MARIO ROSSI ) e per capire se la provenienza del denaro che tu indenti depositare nell’istituto di credito sia frutto di attività  illecite, in quel caso non solo non ti faranno aprire un nuovo conto ma rischi il blocco dei conto correnti in essere.  Ti ricordo che Il World Check sa di te più di quado tu possa immaginare e tutto ciò pregiudica la possibilità di fare nuove operazioni bancarie.

Non mi aprono un nuovo conto corrente a causa di World Check, cosa posso fare?

 Mentre se un amico o qualcuno che lavora nel settore bancario ti ha segnalato che sei finito nel rete del World Check  prima di grattarti la testa o andare nel panico, devi capire cosa sta accadendo e come risolvere definitivamente il problema con World Check.

Conosco World Check da circa 14 anni e posso permettermi di darti dei consigli “fondamentali” per risolvere il problema in modo definitivo. La prima cosa che devi sapere è che World Check viene attivato dalle banche per valutare la tua reputazione online, ovvero la tua reputazione sul web, che è un elemento determinante per valutare l’apertura di un nuovo conto corrente. Quindi, prima ancora di chiederti “Perché sono finito in World Check?”, dovresti farti altre domande, ad esempio:

  • Ci sono articoli di quotidiani online negativi che parlano di te?
  • Negli ultimi anni sei stato coinvolto in una bancarotta?
  • Hai avuto problemi con la legge a causa di collegamenti con persone ritenute pericolose?
  • Sei stato coinvolto in un’operazione internazionale di riciclaggio?
  • Sei stato arrestato per bancarotta?
  • Ci sono molte notizie negative su di te online?

grey concrete building

come cancellarsi dal World Check?

Tra le decine di presunti terroristi comparsi sul database gestito da Thomson Reuters e che VICE News ha potuto visionare troviamo:

  • Nihad Awad, il Direttore Esecutivo del Council on American-Islamic Relations (CAIR), uno dei pochi leader mussulmani americani invitati dall’ex presidente George W. Bush a prendere parte a una conferenza stampa per condannare gli attacchi dell’11 settembre. Anche la stessa CAIR, un’associazione che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, rientra nella lista dei terroristi del World-Check;
  • Maajid Nwasz, un esponente politico liberal democratico, che ha fondato Quilliam, un think tank che combatte l’estremismo, ed è stato ingaggiato come consulente da diversi primi ministri inglesi.
  • L’ex consulente della Banca Mondiale e della Bank of England Mohamed Iqbal Asaria, il quale nel 2005 fu insignito dalla regina Elisabetta dell’onorificenza di Commander of the Order of the British Empire (CBE) per il suo impegno per lo sviluppo internazionale.

World-Check, un servizio riservato che non viene controllato da nessun organismo indipendente, sostiene di avere tra i suoi utenti più di 300 agenzie governative e di intelligence, 49 delle 50 più grandi banche al mondo, agenzie di reclutamento e nove tra i dieci studi legali che operano a livello globale.

Fornisce “un sistema di avvertimento preventivo per i rischi ignoti” – e, per esempio, viene impiegato dalle banche per limitare il rischio di trovarsi inconsapevolmente a finanziare gruppi terroristici o aiutarli a riciclare denaro sporco.

‘Spazzatura scorretta e faziosa’

La notizia della loro inclusione all’interno di una lista di presunti “terroristi” compilata dal World-Check è stata accolta con rabbia e sorpresa dalle persone e dalle organizzazioni coinvolte a loro insaputa. Le persone sentite da VICE News contestano la loro inclusione e sostengono che il database potrebbe aver danneggiato la loro reputazione o le loro attività commerciali. Nessuno di essi è mai stato accusato di terrorismo.

VICE News ha scoperto che il database è cresciuto esponenzialmente da quando fu creato nel 1999. Oggi al suo interno si posano trovare ben oltre 2 milioni e mezzo di persone e associazioni appartenenti a una vasta gamma di settori. Il numero dei presunti terroristi raggiunge quota 93.000, cinque volte tanto il dato registrato nel 2007.

Il Direttore Esecutivo di CAIR, Awad – celebrato recentemente sulle colonne del quotidiano LA Times come una voce emergente per la difesa dei diritti civili nel 21esimo secolo – ha descritto il suo profilo come “spazzatura scorretta e faziosa”.

Numbers on metal deposit boxes in a bank

“Si può solo immaginare quante persone e associazioni innocenti abbiano sofferto per colpa del World-Check, e di soggetti simili, senza avere possibilità di fare ricorso,” ha commentato Awad. “Lascio che sia l’immaginazione dei lettori a provare a capire perché la più importante associazione di attivismo per mussulmani in America sia stata inclusa.”

Nawz, one dei più noti attivisti contro l’estremismo del Regno Unito, ha detto a VICE News che l’inclusione del suo nome è “ridicola”.

“Ho dato consigli a ogni primo ministro britannico – da Tony Blair in poi – su come la nostra società possa affrontare al meglio la minaccia dell’estremismo islamico,” ha spiegato Nawz. “Se è vero, fare un elenco di “persone non desiderate” per nome, specialmente se non può essere consultata liberamente dal pubblico, è un’idea terribile.”

‘Se questa è la fonte migliore per le banche, allora stanno consultando qualcosa di assolutamente poco serio’

L’ex advisor della Banca Mondiale e della Bank of England Asaria ha detto a VICE New di essere “arrabbiato e deluso” dall’inclusione e dalla accuse mosse nei suoi confronti. “Mi rende preoccupatissimo. Se questa è la fonte migliore per le banche, allora stanno consultando qualcosa di assolutamente poco serio.”

La deputata laburista Diane Abbott ha rilasciato un commento riguardo all’inchiesta di VICE News: “È sconcertante. World-Check sostiene di utilizzare esclusivamente fonti aperte per stilare il suo elenco di presunti terroristi. In alcuni casi pare abbiano preso nomi di persone accusate a caso su internet e li abbiano inseriti in un sito non controllato senza che ci sia stata una revisione accurata.”

“Tutto ciò, chiaramente, può essere fortemente discriminatorio, avere delle conseguenze importanti per le vite delle persone coinvolte. Qualcuno ne deve rispondere.”

Le conseguenze

In un mondo finanziario sempre più attento a evitare qualsiasi rischio, aziende come il World-Check – che forniscono dati sensibili alle banche e alle forze di polizia – giocano un ruolo sempre più centrale. La paura degli istituti finanziari segue la decisione del Senato americano di infliggere una multa di 1,9 miliardi di dollari alla HSBC per essere stata utilizzata come canale di riciclaggio da “narcotrafficanti e stati corrotti.” Per questo motivo le banche sono sempre più propense a interrompere rapporti commerciali per evitare accuse di riciclaggio o di finanziamento ai terroristi.

Negli ultimi due anni una serie di importanti associazioni no-profit britanniche, come la Cordoba Foundation, Cage e il Palestine Solidarity Campaign (PSC), si sono viste inspiegabilmente congelare i propri conti bancari.

Un servizio di BBC Radio 4 si domandava se la lista dei terroristi del World-Check avesse contribuito – se non addirittura causato – il blocco dei conti da parte di HSBC. Inoltre, un report dell’Overseas Development Institute ha sottolineato come la diffusione di strumenti non regolati gestiti da privati come il World-Check abbia aumentato il numero di conti bancari chiusi, “specialmente se il cliente è poco redditizio [per l’istituto].”

Non c’è nessuna legge che obblighi le banche a spiegare ai clienti perché il loro conto è stato chiuso. Inoltre, il World-Check vincola i suoi utenti a mantenere la segretezza riguardo all’uso del database. Sia il PSC che la Cordoba Foundation si trovano tuttora sulla lista dei terroristi del World-Check insieme ad altre importanti associazioni no profit del Regno Unito.

Molte di queste associazioni si sono lamentate del fatto che l’inclusione nella lista potrebbe aver influito sulla loro vita.

“Credo che abbia tagliato del 50 per cento il mio volume di affari,” ha raccontato a VICE News Iqbal Asaria. “Ci sono state diverse persone nel mio settore che mi hanno detto, ‘ti contatteremo’ ma poi non si sono mai fatte sentire. Sono certo che dopo aver consultato il World-Check si siano chiesti, vogliamo farlo veramente?”

‘Una risorsa imparziale’

In un’email indirizzata all’organizzazione no profit Cage, e visionata da VICE News, World-Check sostiene di essere una risorsa imparziale che raccoglie i profili di individui e organizzazioni prive di “opinioni o input indipendenti.” Tuttavia, i critici ritengono che quest’affermazione contrasti con la sua designazione di “terrorismo,” secondo cui i profili sono affiancati da un logo con un passamontagna rosso.

“World-Check schiaffa una grande etichetta rossa che significa ‘terrorismo’ accanto ai nomi delle persone,” ha detto a VICE News Ben Hayes, un consulente indipendente specializzato in sanzioni contro il terrorismo e sorveglianza finanziaria. “Ma è il loro giudizio, e di nessun altro.”

“Le ripercussioni della caratterizzazione di un individuo o di un’organizzazione come terrorista sono serie, pregiudizievoli e punitive per una serie di individui, molti dei quali non sapevano di essere stati schedati da World-Check,” ha detto a VICE News Ravi Naik, a capo del dipartimento di diritto pubblico all’ufficio legale londinese ITN, che rappresenta PSC. Al momento PSC sta considerando di intraprendere un’azione legale.

Le fonti di World-Check

I documenti di World-Check spiegano che oltre a elencare individui condannati o sanzionati, cita persone “accusate ma non ancora condannate,” tra cui individui “accusati, indagati, arrestati, condannati, rinviati a giudizio, interrogati o sotto processo” per i crimini indicati da World-Check. I crimini includono terrorismo, presa di ostaggi, riduzione in schiavitù e sfruttamento sessuale dei bambini.

VICE News ha chiesto a World-Check di spiegare come determina quali individui possono essere bollati “terroristi.”

World-Check ha risposto che usa “solo fonti di dominio pubblico affidabili e rispettabili (come le liste ufficiali di sanzioni, liste delle forze di governo e di polizia, fonti governative e pubblicazioni giornalistiche affidabili) per informazioni e asserzioni basate sul rischio su un individuo o un’entità.”

I contenuti di un blog sono usati solo come “fonte di supporto” per “informazioni identificative secondarie,” ha detto un portavoce.

Tuttavia, VICE News ha visionato delle voci per individui e organizzazioni che non sembravano rispettare queste pratiche.

Tutti i profili di presunti terroristi includono una lista di fonti usate da Word-Check per completare gli identikit—e alcuni sono stati creati solo sulla base di affermazioni riportate su blog conservatori, siti islamofobi o organizzazioni politiche.

‘Una volta che voci del genere cominciano a circolare, attecchiscono rapidamente’

VICE News ha esaminato il profilo di Asaria. Le accuse non circostanziate che hanno contribuito alla sua inclusione nella lista per terrorismo provengono tutte da due blog di destra: PipeLineNews e Militant Islam Monitortra l’altro, il presunto autore del pezzo del primo sito è anche direttore del secondo. Le accuse non fanno riferimento a nessun’altra fonte online né a fonti ufficiali.

Due persone che hanno creato il profilo per World-Check, e un loro revisore, hanno detto separatamente a VICE News che l’organizzazione non possiede una lista di fonti dalle quali attingere: sia la scelta di quest’ultime che l’inclusione nelle blacklist sarebbero a loro totale discrezione.

“Non c’è niente di sofisticato qui,” ha spiegato Hayes. “C’è solo la pesca a strascico di World-Check alla ricerca di fonti di dominio pubblico, su persone che possono essere inserite in qualsiasi categoria.”

Altri inserimenti nella lista “terrorismo” di World-Check portavano infatti a fonti che rimandano a siti e blog come WorldNewsDaily e The Investigative Project on Terrorism (IDPT), due siti che il Cambridge University Press’ Companion to American Islam descrive come “Islamofobi.”

La Palestine Solidarity Campaign (PSC) del Regno Unito è un’altra delle organizzazioni i cui conti bancari sono stati chiusi senza spiegazioni lo scorso anno dalla Co-Operative Bank: VICE News ha scoperto che l’organizzazione sarebbe stata inclusa nella lista terroristica di World-Check sulla base di accuse fatte da IPT e da un altro blog.

Il presidente di PSC Hugh Lanning ha cercato di difendere la propria organizzazione, definendola come “completamente legale,” e con “una storia ormai trentennale durante la quale è mai stata messa sotto accusa da nessuna autorità. Eppure alla fine siamo finiti su una lista nera per terrorismo.”

“È fantastico che società come queste possano far passare delle semplici accuse come fossero fatti,” ha spiegato a VICE News. “Una volta che voci del genere cominciano a circolare, attecchiscono rapidamente. È quasi come col dossier sul terrorismo di Tony Blair: ‘Ho sentito dire da qualcuno che ha sentito dire da altri che in giro si parla di…” E non abbiamo neppure il diritto di contestarlo. È una blacklist politica, ed è oltraggiosa.”

L’EX VICE PRIMO MINISTRO E LEADER DEI LIBDEM, NICK CLEGG, INSIEME A MAAJID NAWAZ (A DESTRA). FOTO DI POLLY HANLON

Accuse storiche

World-Check dice di aggiornare 40mila profili al mese: in un recente paper, avrebbe scritto che “individui inclusi nelle liste o profili indicati come imprecisi sono stati rimossi dal database.”

Ma alcuni di questi sembrano esser stati messi in lista sulla base di accuse che non riflettono gli individui in questione.

Maajid Nawaz, che correva per i liberal democratici nelle ultime elezioni, è ormai un noto attivista anti-estremismo. Attualmente, lavora insieme ai leader di tutto il mondo per suggerire loro come combattere l’estremismo. Il suo profilo su World-Check, visionato da VICE News, è stato compilato usando fonti che fanno largamente fondo alla sua passata affiliazione a Hibz ut-Tahrir – un’organizzazione islamica radicale – e non riporta accuse di terrorismo mosse in tempi recenti.

“Se questo è ciò che succede a potenziali parlamentari, allora credo stia davvero esagerando,” ha ammesso Tom Dawlings, ex capo della Financial Sanctions Unit della Bank of England, che ha aiutato Wolrd-Check nel 2008.

Un senior staffer di World-Check ha spiegato a VICE News che i profili erano controllati, ma che si trattava di un processo rapido, e che le fonti generalmente non erano controllate—stando a quanto ci è stato spiegato, i revisori controllavano dai 300 ai 600 profili al giorno.

“Per World-Check è un magnifico circolo virtuoso,” ha spiegato Tom Keatinge, direttore del Centre for Financial Crime & Security Studies presso il Royal United Services Institute (RUSI). “Il problema è che se aggiungi altri 25mila nomi extra al mese, poi devi aggiornarli.”

Il profilo visionato da VICE News di un professore di un’accademia di élite della British Russell Group, e incluso nella lista “Terrorismo”, non sembrava esser stato aggiornato per almeno sei anni. Un altro di quelli in lista – un gruppo anti-occidentale – non lo era stato per otto anni.

“Se qualcuno venisse inserito in queste blacklist di World-Check, per lui sarebbe finita,” secondo Mike Short, ex dirigente di World-Check. “Non si può fare affari con loro.”

Le controversie

Molti privati e organizzazioni hanno spiegato a VICE News che hanno cercato di fare appello contro la loro inclusione nelle liste, ma che non hanno trovato nessun modo chiaro e fattibile per riuscirci.

Un portavoce di World-Check ha spiegato che la società “ha una policy abbastanza precisa riguardo la privacy sul loro sito, che stabilisce inoltre le modalità attraverso le quali i singoli possono contattarci qualora ritenessero inaccurate alcune delle informazioni che riportiamo. Anzi, li invitiamo a farlo.”

‘Una volta che sei stato terrorista, sarai sempre e comunque un terrorista’

Tuttavia, due impiegati di World-Check – che hanno chiesto di restare anonimi – hanno spiegato a VICE News che in più di otto anni di lavoro per la società non hanno visto un solo profilo in grado di spuntarla contro la società per il loro esser stati inseriti nella lista.

“Una volta che sei stato terrorista, sarai sempre e comunque un terrorista—non importa cosa tu dica o dove sia,” ha spiegato un attuale senior analyst che ha parlato a VICE News a condizione di non esser personalmente menzionato.

“A causa della clausola di riservatezza di World-Check, la stragrande maggioranza delle persone colpite dalla società non ha idea del perché gli vengano rifiutati l’apertura di conti in banca o trasferimenti di denaro,” ha spiegato Hayes. “È irragionevole pensare che World-Check sia genuinamente interessata a rimuovere gli innocenti.”

“Anche qualcuno proveniente da Al Qaeda, e inserito nelle liste UN 1267, sembra avere più diritti di altri finiti in queste liste,” ha spiegato Tom Keatinge del Royal United Services Institute.

Un enorme database

World-Check ha offerto i propri servizi a Department of Homeland Security, Nazioni Unite e Unione Europea. Questo stesso sistema è usato anche da HireRight, una società che monitora oltre 12 milioni di profili all’anno in 240 paesi per attività di screening occupazionale. Secondo un’analisi di Hayes del 2013, i prezzi degli abbonamenti annuali al database di World-Check possono raggiungere e superare il milione di dollari.

‘World-Check alimenta in modo molto efficace le psicosi delle banche’

“È chiaro, hanno ampliato aggressivamente il loro database per includere più persone possibile,” ha spiegato Hayes, che ha documentato l’ascesa del sistema

Il capo della Terrorism and Insurgency Research Unit di World-Check, John Solomn, nel 2007 si sarebbe vantato del fatto che il programma avesse “un ottimo sistema di allerta per i suoi clienti” in grado di attivarsi prima dell’inclusione di profili singoli nelle liste ufficiali del governo. Il servizio privato avrebbe anche monitorato “estremisti contro il maltrattamento degli animali” e “gruppi etnonazionalisti.”

“World-Check alimenta in modo molto efficace le psicosi delle banche,” ha spiegato Keating a VICE News.

‘Gli è stata data carta bianca’

Nel 2009 è stata scoperta una blacklist industriale usata e venduta da società edili in Regno Unito, che hanno tracciato persone per attività sindacali o per aver mostrato e condiviso preoccupazioni riguardanti salute e sicurezza sul posto di lavoro.

Un gruppo di 600 persone incluse nella lista su oltre 3000 lavoratori, inclusi professori e membri degli uffici postali, sono arrivati a vie legali contro le società. L’azione portò alle scuse dell’azienda, e a decine di milioni di sterline di risarcimento.

“Quando i privati hanno gli stessi servizi di intelligence e gli stessi database di organizzazioni come l’Europol, e li vendono nel libero mercato, dovrebbe suonare il campanello d’allarme,” ha spiegato Hayes. “Invece gli è stata data carta bianca.”

Secondo il direttore degli Economic Affair di Amnesty International UK Peter Frankental, “Qualsiasi società che usa o mantenga una blacklist lo fa a rischio di abusare i diritti umani.”

“Per coloro che sono stati inseriti, si potrebbe parlare di violazione di diritti e di potenziale privazione di nuove opportunità lavorative. Vittime di attività di questo genere dovrebbero avere accesso a contenziosi civili e richiedere una compensazione per il danno ricevuto. Inoltre, le aziende coinvolte in questi sistemi, o che fanno uso di liste del genere illegalmente, dovrebbero subirne le conseguenze legali.”

ROMA – E’ una grande schedatura che interessa oltre due milioni di persone, aziende, Ong, sindacati. Un database venduto dal gigante dell’informazione finanziaria Thomson Reuters ed utilizzato, secondo la stessa, da 49 su 50 delle più grandi banche del mondo per valutare i loro clienti e capire se possono essere a rischio di crimini come il riciclaggio, la corruzione, il terrorismo. Si chiama World-Check e due settimane fa il nostro giornale ha rivelato quanto sia arbitrario e problematico, grazie a un accesso completo a questa banca data in collaborazione con un team di media internazionali: il Times di Londra, il quotidiano belga De Tijd, la tv e il quotidiano tedeschi Ndr e Sueddeutsche Zeitung, la radio olandese NPO e il giornale americano The Intercept.

Oggi arriva la notizia che le autorità garanti dei paesi europei hanno appena tenuto un incontro in cui hanno espresso preoccupazione su World-Check. A riunirsi per valutarlo è stato il sottogruppo “materie finanziarie” del gruppo di lavoro “Article 29“, che riunisce tutti i garanti per la privacy delle nazioni europee. A chiedere al sottogruppo materie finanziarie di esprimersi su World-Check è stata proprio l’Autorità italiana per la protezione dei dati.
Dall’incontro è emerso che esistono tre istruttorie aperte su questa banca dati: una in Inghilterra, una in Belgio e la terza in Italia, come aveva confermato il garante Antonello Soro a Repubblica, spiegando di aver “ricevuto la segnalazione di un cittadino italiano che ha subito danni enormi dall’inserimento in World-Check di dati non aggiornati. Il suo profilo, anche dopo la sua specifica richiesta di cancellazione, continuerebbe a essere a disposizione di banche e di altri operatori finanziari”.

Il problema di World-Check è che un database completamente confidenziale: chi lo usa non va in giro a dirlo. E chi ci finisce dentro spesso non lo sa e non lo scopre se non quando è troppo tardi, perché magari il conto in banca gli è stato già chiuso sulla base di informazioni che, in alcuni casi, non sono aggiornate e quindi affidabili, e a volte sono completamente arbitrarie.

Lo sa bene la moschea di Finsbury Park a Londra, che nel 2014 si è vista chiudere improvvisamente il conto in banca dalla HSBC, senza spiegazioni, senza possibilità di appello e senza che nessun istituto di credito, a parte la Banca Islamica, fosse disponibile ad aprirne un altro. Solo un’inchiesta della BBC aveva permesso alla moschea di scoprire che dietro questa scelta c’era il database World-Check, che aveva schedato Finsbury Park nella categoria “terrorismo”. Il centro religioso aveva effettivamente avuto un passato turbolento, a causa dell’imam radicale Abu Hamza che vi predicava, ma dopo il 2005 era completamente rinata e diventata un esempio di integrazione per la comunità locale, lodato anche da leader politici come Jeremy Corbyn. Eppure World-Check inchiodava Finsbury Park al suo passato più remoto, creandole non pochi problemi, che hanno spinto la moschea a ricorrere in tribunale contro Thomson Reuters e a vincere, ottenendo anche 10mila sterline a titolo di compensazione.

Proprio questa settimana la Banca d’Italia ha reso noto il boom delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette a rischio di riciclaggio e terrorismo, che hanno ormai superato le 100mila unità. Viene da chiedersi in che misura queste segnalazioni facciano affidamento su database come World-Check, che, secondo quanto pubblicizza Thomson Reuters, viene compilato utilizzando oltre 540 liste di sanzioni governative e report giornalistici su oltre 240 paesi: un lavoro che si basa su 100mila “fonti rispettabili” (reputable sources).

L’inchiesta del nostro giornale ha permesso di rivelare una schedatura completa della politica italiana: dalla famiglia di Beppe Grillo a quella di Matteo Renzi, escluso babbo Renzi, ma inclusa la bambina piccola, finita in World-Check quando era praticamente nella culla. Le schedature più delicate, però, sono quelle che compaiono sotto la voce “terrorismo” e che vedono incluse organizzazioni come “CasaPound”, mai finita in inchieste sul terrore, gruppi come la Federazione Anarchica Informale o attivisti politici come i NoTav o anche individui innocenti, perché completamente scagionati dalle accuse di terrorismo ben nove anni fa.

Chiunque può chiedere alla Thomson Reuters di sapere se è schedato in World-Check, che informazioni contiene il database e quanto sono aggiornate. Per farlo, è necessario inviare un’email a contact@world-check.com . E, a questo punto, è importante farlo proprio in queste settimane in cui i garanti europei del sottogruppo materie finanziarie stanno monitorando il caso. Perché World-Check è solo una raccolta di dati immateriali, ma può avere conseguenze pesanti sulle vite degli schedati

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